Concetti teorici di base sul Videoclip
L’esperienza e la pratica in questo campo sono molto importanti.
Saper osservare in continuazione i nostri lavori e quelli degli altri con occhio critico e costruttivo ci può aiutare molto nella creazione di un concept per il nostro videoclip.
Pensare a come sviluppare l’idea e cosa usare nel video compone un concept, ovvero una sorta di bozza di ciò che ci servirà e che farà da traccia per la stesura di un soggetto coerente alla nostra idea
Il nostro soggetto è il cantante, il frontman o il gruppo, e dovrà essere nostra premura cercare di valorizzare qualsiasi tipo di artista presente nel videoclip.
Definito il soggetto delle riprese si passa a pensare al target.
Nel caso in cui il soggetto abbia già un seguito di fans appartenenti ad una fascia prestabilita di pubblico dovremo attenerci a quel target, in alternativa esaminando le scelte della discografia e i trascorsi del gruppo, dovremmo capire a quale fascia di pubblico il gruppo dovrebbe rivolgere il suo brano per avere il massimo del successo possibile.
Un target adatto a cui far riferimento per un gruppo giovane possono essere i ragazzi e le ragazze di età compressa tra gli 11 e i 25 anni, ma la fascia può comprendere varie categorie di pubblico, una forbice che racchiude persone dello stesso sesso, della stessa età o addirittura di un determinato format televisivo come accade per i reality televisivi di Mediaset Amici, X-Factor o programmi musicali di MTV Trl on Tour.
Il target va definito in pre produzione ma è in post produzione che viene inquadrato a 360° per essere bombardato da una campagna promozionale e distribuzione mirata.
Il cantante andrà poi inserito all’interno di un contesto che dobbiamo delineare per il nostro videoclip.
Prima di scrivere la nostra idea dobbiamo infatti ricordarci che, tra tutti i tipi di videoclip, ci sono tre categorie principali e ognuna ha delle caratteristiche precise che devono essere ricordate e rispettate[1]:
1_ Il videoclip performativo riguarda l’esibizione di un gruppo o di un singolo interprete durante l’esecuzione del brano. Tipologia di fatto presente in gran parte dei videoclip, poiché esibisce la nostra star musicale in una rappresentazione più o meno realistica della messa in scena, è la forma più usata. In questa prima tipologia il performer appare come interprete assoluto, non si limita ad eseguire il brano, ma recita nei panni di un personaggio fittizio o meno. L’esempio più classico sono le riprese di un gruppo in studio di registrazione, o mentre eseguono il brano, affiancate da alcune inquadrature della pop star al di fuori dell’ensemble del gruppo. Uno degli ultimi esempi che si hanno di questo tipo di videoclip, visto allo stato puro della performance è il brano “Domani 21.04.09” scritto da Mauro Pagani e interpretata da 50 artisti italiani in ricordo della catastrofe del terremoto Abruzzese di quei giorni.
Mentre una forma mista, in arrivo da oltre oceano, è quella del videoclip di Bruno Mars “Grenade”.
2_ Videoclip narrativo, ovvero la messa in scena di una sequenza di eventi connessi tra di loro, in sostanza una sorta di breve storia o cortometraggio. Si avvicina molto all’idea di sceneggiatura cinematografica. È il genere che lega maggiormente il videoclip al formato cinematografico. Qui il videoclip diventa una storia in cui il performer è semplicemente un’interprete del brano e assiste agli eventi dal di fuori di ruolo di cantante, da una posizione di contorno o addirittura non è presente. Come nel videoclip di Pink “F**kin’ Perfect” o “Firework” di Katy Perry.
3_ Il videoclip concettuale invece sviluppa un tema o un’immagine attraverso una struttura associativa e in certi casi casuale. Qui l’esecutore del brano è completamente assente dalla storia ma presente come entità estranea.[2] Tale forma è molto vicina alla televisione, offre maggiori possibilità di sperimentazione e talvolta si affianca ad un’altra categoria di videoclip, il clip trailer. Generalmente in questa tipologia si assiste ad un’alternanza tra la performance della band o del solista e le sequenze tratte dalla pellicola cinematografica, creando un collage del film che segua la traccia del brano.[3] In altre opzioni si vede la band sotto forma di cartone animato o simili.
Esempi lampanti sono il video “New divide” dei Linkin park, pezzo usato come Soundtrack del film Transformers 2 e praticamente tutti i videoclip del gruppo musicale Gorillaz in cui è stata fatta la scelta di creare cartoni animati 2d e 3d al posto dei membri del gruppo.
Queste tre macro categorie spesso sono mixate all’interno di uno stesso clip o scisse ulteriormente in sottocategorie che cambiano il modo di girare o riprendere il soggetto musicale.
Comunque sia, queste tre tipologie possono essere sia ben distinte che miscelate insieme, come un collage di generi, in grado di formulare un proprio linguaggio e ricreare situazioni sempre nuove, come ad esempio il videoclip di Will Smith “ Men in black” in cui è presente la componente performativa con l’interprete che canta e balla, una scena narrativa e concettuale quando mostra spezzoni del film Men in black e immagini ricreate in studio per creare una sorta di storia parallela collegata al film.
Quando scriviamo un’idea o un concept per un videoclip dobbiamo tenere conto di cosa conterrà il documento, quali sono gli obiettivi del progetto, il nostro target e come spiegare nel migliore dei modi la nostra idea.
Prima dello shooting, ovvero dell’inizio delle riprese, dovrà passare ancora molto tempo.
Prima vi è il pre shooting, ovvero la scelta degli abiti sia per l’artista che per le comparse, prove di trucco e coreografie e la preparazione di macchine e location.
Dobbiamo ricordarci l’importanza di controllare tutto, dalla location al meteo, perché può accadere che eventuali cambi di programma prolunghino la permanenza della troupe e dell’artista in un luogo e quindi anche i costi.
Come vi è un pre shooting vi è anche la pre-produzione di un videoclip. Come in ogni altra parte del processo di realizzazione di un prodotto audiovisivo, è un complesso di fasi ideative e organizzative descritte nei minimi dettagli.
Le linee guida date in questa macro fase devono portare alla luce tutto ciò che ci servirà nella produzione vera e propria. Pianificando anche i momenti delle riprese, le strategie di marketing e di merchandising, tutto ciò che ci sarà utile per colpire il target e i futuri modi di promozione e distribuzione del filmato e del dvd.
Naturalmente è meglio stampare dei moduli in cui dovrete elencare, in una tabella, tutto ciò che dovrete fare, avete fatto e potreste fare.
Prevedere una buona organizzazione ci aiuta a prevedere eventuali modifiche nel caso le condizioni di riprese, tempo, luogo e meteo, si vadano a modificare.
Ricordiamoci infine di pesare le nostre competenze con le richieste del nostro clienti perché, se richiedesse scene in grafica 3d o particolari sequenze animate e noi non fossimo in grado di realizzarle dovremo calcolare nel nostro preventivo dei costi le spese per l’esperto preposto.
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