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I Commenti del pubblico

“…debbo confessare che non mi aspettavo un’opera di tale ricchezza e complessità. Non solo sul piano strutturale, con quel continuo passaggio dal livello della realtà a quello della finzione fino a quello della libera fantasticheria e del sogno… ma anche e soprattutto sul piano della tematica che il film elabora: la funzione trasformativa del carcere. Un argomento estremamente difficile e delicato che il tuo film risolve in modo del tutto convincente e mai banale, senza scadere in nessun momento nel facile patetismo. Così, resta davvero nel cuore la lettura della lettera che conclude il film: un momento di assoluta sincerità che però viene conquistato solo grazie al grande lavoro preparatorio che l’orchestrazione polifonica del testo ha saputo pian piano preparare.”
Pietro Montani, filosofo e professore Onorario Dipartimento di Filosofia  La Sapienza Università di Roma, Direttore scientifico dell’Edizione italiana delle Opere scelte di S. M. Ejzenštejn. 


“Dato il laboratorio biennale che ha preceduto la realizzazione del film, ci si sarebbe potuti aspettare un normale cinema del reale sulla condizione carceraria. Il film è tutt’altra cosa. Una struttura narrativa originale, articolata su più livelli, dove il limite fra ricostruzione (finzione) e documentario si confondeIl film mi è piaciuto molto. Costruzione narrativa assai originale, stile personale… ” … Adriano Aprà, Critico, saggista, organizzatore culturale, ha fondato e diretto la rivista Cinema e Film. Ha curato libri su Andrè  Bazin, Jean-Luc Godard, Raffaello Matarazzo, Andy Warhol, Straub e Huillet, Alessandro Blasetti, Pietro Germi, Roberto Rossellini.

“… molto interessante e ben strutturato…  suggestivo il mescolamento di registri narrativi…”Ivelise Perniola, docente cinematografia documentaria presso l’Università di Roma 3. Tra i suoi libri L’era postdocumentaria, Mimesis edizioni. 


“….la peculiarità (del film) risiede nello straordinario focus che riesce a restituire sulla detenzione al femminile, investigando fra le pieghe dei sentimenti più intimi – come per esempio sul rapporto a distanza con i figli …. una chiave importante per sensibilizzare lo spettatore relativamente all’imprescindibile contenuto di umanità che la detenzione deve sempre mantenere…“Antonio Ianniello, Garante per i diritti delle Persone private della Libertà personale, Comune di Bologna

Commenti del pubblico


 –E’ stupefacente. Inatteso e altamente poetico. Grazie. (L.G.)


  Ieri sera ho visto il film e riporto le mie sensazioni al volo:
mi è piaciuto, non è un film per tutti, restituisce un’immagine di carcere da quella che normalmente si ha, più aperta e più positiva. La gente può farcela se viene aiutata. Spero di poterci tornare domenica con un amico che sa più di me di cinema e teatro e poi vi comunico le seconde impressioni. Comunque un gran bel film: etico, didattico, sociale… (C.M)


Ieri sono stata a Bologna a vedere il film. Emozionante, toccante, profondo. Complimenti, è veramente diverso da tutto quello che avrei immaginato! Con tutto quello che si è visto del carcere questa è stata una visione completamente diversa…( D. ex detenuta del laboratorio cinema)


 –  Grazie Eugenio. Ti confermo, anche a nome di mia moglie e dell’amica Laura, che il tuo film ci è piaciuto molto. A presto. (P.L.G.)


  -Ci è piaciuto molto il film. Hai portato fuori dal carcere ciò che le donne hanno dentro al cuore. Tutte ci siamo riconosciute in loro! Non ci sono colpe… ma tanto generoso amore, preoccupazione e attenzione per il dolore dei figli. (P.G.)


 –Complimenti l’abbiamo trovato veramente bello sia da un punto di vista cinematografico sia per contenuti ed efficacia del messaggio. (E.R. ed A. C.)


 – Aggiungo dopo la seconda visione del film, oggi pomeriggio:…le musiche sono belle e ben collocate non si cade nel giudizio delle persone nè nel pietismo, si distinguono le persone che potranno cambiare da quelle che non lo potranno fare es. le Pinki descritte all’inizio: i cattivi esistono e dobbiamo farci i conti. Ci sono persone che continuano ad aspettarsi cose dagli altri nonostante l’esperienza (es. la persona che aspetta in hotel) o temono di non farcela mai da sole. Perchè le immagini sulla spiaggia? L’acqua e il mare sono l’infinito della libertà dove non c’è orizzonte nè sbarre? O  l’acqua è lo strumento di purificazione per eccellenza? La lettera rende il senso della condivisione del dolore e delle scelte educative verso di sè e verso gli altri: insieme si può costruire una morale collettiva, riconosciuta, che permette al singolo di riappacificarsi con i propri cari e con la società l’argomento del sesso è molto difficile ma credo che non se ne possa fare a meno, anzi è giusto metterci l’accento ed è stato trattato in modo adeguato. Dopo averlo visto per la seconda volta mi è piaciuto di più e ho capito meglio il parallelo con l’edificio Auditorium (C.M.)

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