L’acquisizione
Terminate le nostre riprese, è tempo di riversare il girato su HDD, l’acquisizione dei clip può essere effettuata tramite lettura diretta del nastro dalla camera o meglio ancora da un buon lettore DV che trasmetta tramite firewire al pc.
Apriamo il nostro progetto, diamo le impostazioni della composizione nel software di montaggio e clicchiamo su cattura, si aprirà un’interfaccia di cattura per il video, diamo il play, o in e out di acquisizione e poi premiamo rec.
Ora vediamo in concreto come si collega la camera al pc.
Cerchiamo nel nostro pc la porta firewire e colleghiamo il cavo, a telecamera spenta, poi al pc e accendiamo la camera.
Il collegamento può essere effettuato anche mediante il cavo diretto usb, ovviamente questo procedimento è più lento e in certi casi corrisponde anche ad una perdita di qualità del girato.
Accesa la camera il pc riconoscerà automaticamente la periferica e potremo iniziare a riversare il girato nel progetto.[1]
È sempre meglio acquisire tramite firewire, è chiaro che questo cavo è molto più veloce ed utile di una usb.
Generalmente si usa il cavo denominato firewire 400 ma ultimamente è disponibile anche il nuovo modello 800 che appunto raddoppia la velocità di trasferimento ma non tutte le camere hanno un’uscita adatta a questo nuovo standard.
Il cavo si collega alla camera e al pc per l’acquisizione del girato ma c’è anche la possibilità di utilizzare un lettore di miniDV.
Tutti questi procedimenti, attacco e stacco di cavi e dispositivi, andrebbero fatti a macchine spente per non rischiare di sovraccaricare il circuito e bruciare qualche cavo e, ancora peggio, bruciare le interfacce audio-video del lettore o del pc.
Tramite pc si può acquisire anche da schede come le SD o le P2 e tramite attacchi professionali ad alta definizione video.
Dopo aver effettuato queste operazioni “manuali” e aver messo il settaggio della camera su VCR, ovvero sulla modalità di lettura, apriamo il progetto nel nostro software di montaggio.
Il mio consiglio, per una produzione di medio-alto livello è usare un buon software AVID che usa i codec DV PAL per PC o il buon vecchio FINAL CUT che codifica in Quicktime per MAC, così da non avere troppa perdita di qualità quando andremo a lavorare sul progetto.
Ora, dopo che la camera è stata rilevata dal sistema, “catturiamo” il girato, da questo momento il filmato viene riversato direttamente sull’hard disk tramite lettura diretta dal nastro, impiegando più o meno lo stesso minutaggio.
Alla fine dell’acquisizione nel progetto in lavorazione apparirà una sequenza con l’intero minutaggio. Se il software lo permette potremmo anche acquisire il girato suddividendolo immediatamente per ciak, in modo da avere nella schermata dei clip ogni scena divisa in base agli stacchi che abbiamo attuato durante le riprese.
Ricapitolando, se acquisiamo dalla camera dobbiamo mettere il comando su VCR, se invece lo facciamo da un lettore multimediale ci basterà collegare i cavi al pc e mettere il dispositivo sulla modalità di lettura e trasmissione dati.
Un’altra tecnica molto utilizzata, per le telecamere che registrano in HD, è l’utilizzo di Card.
Di supporti magnetici, denominati card, ne esistono vari tipi, le Sd o P2 sono le più conosciute per le videocamere ad alta definizione. Queste schede permettono una riduzione dei tempi di acquisizione dato che basta inserire il supporto magnetico in un semplice card reader, attendere che sia rilevato e copiare tutto il girato dalla card al computer.
Per acquisire il nostro girato procuriamoci, appena possibile, un lettore per cassette DV e non utilizziamo troppo la videocamera che col tempo è soggetta a usura.
Al momento sono disponibili svariati tipi di lettori, alcuni più semplici che leggono e scrivono solo le cassette DV a quelli che possono registrare i dati su un hard disk interno e permettono di leggere altri formati come i dvd, i vhs i Betacam e i nuovi supporti magneti su card.
Naturalmente questi lettori sono costosi e non sempre si è in grado di acquistarli al’inizio del nostro lavoro. Se il registratore è in grado di acquisire il filmato sul suo HDD interno abbiamo una sicurezza in più, dato che la possibilità di avere una copia del master su un supporto in più ci aiuterebbe nel caso perdessimo la cassette o il materiale acquisito sul computer. Per far fronte a questo problema è consigliabile acquistare un sistema di Hard disk doppi che registrano in contemporanea i file utilizzando un HDD come primario e uno come Backup nel caso in cui il primo salti.
Per iniziare a lavorare all’editing ci occorre: l’intero girato, il brano del videoclip in qualità AIFF o WAV, la sceneggiatura o la scaletta per avere la traccia di partenza per montare e le indicazione su tutti gli eventuali effetti speciali da inserire poi.
Quando lavoriamo a un video dobbiamo fare sempre attenzione allo standard di lavoro.
Quello europeo usato attualmente è denominato PAL, uno standard che trasmette i dati video in modo interlacciato, cioè a linee/bande verticali continue a 24-25 frame al secondo, lo standard americano invece è l’NTSC che trasmette in maniera progressiva, ma anche interlacciata, a 29-30 frame al secondo.
Generalmente per il film lo standard è di 24 fps e si gira in pellicola, la qualità infatti è molto più alta.
Il formato AVI standard 4:3 è 720×576 (25fps) DV PAL.
Il formato AVI NTCS invece è 720×480 (30fps).
Inoltre cambia la grandezza dei pixel. Nello standard 4:3 è 1,09 invece nel 16:9 è 1,46 e cambia in base alla risoluzione del filmato e alla camera che utilizziamo. Vedremo questi e altri formati qualche capitolo più avanti.
Altri formati, meri contenitori di file video, sono l’mpg2 qualità dvd o il migliorato mpg4, l’h.264 ovvero l’alta definizione, il MOV per le macchine Apple per il lettore quicktime e il formato flv, che “pesa” meno bite, per la fruizione su internet.[2]
I codec utilizzati per questi e altri contenitori sono tantissimi, i migliori per noi sono i DV Pal senza perdite e quelli che mantengono una gamma di colori il più ampio possibile.
Generalmente si usano codec che attuano un sottocampionamento dell’immagine agendo su un valore luminanza (Y 4:2:2) e due componenti cromatiche (Cb e Cr 4:2:2). Questi schemi di sottocampionatura incidono sul peso del file video.
Lo schema di sottocampionatura è normalmente indicato con una notazione a tre cifre, 4:2:0, 4:2:2, ecc.
Per calcolare la larghezza di banda necessaria rispetto a un segnale 4:4:4 (o 4:4:4:4), si sommano tutti i fattori e si divide il risultato per 12 (o per 16 se c’è un canale alfa).
Qui sotto un esempio visivo di come questi valori incidano sul degradamento del’immagine.
Il sottocampionamento può essere di vari tipi, tutto dipende dalla qualità del codec, i principali tipi di sottocampionamento sono i seguenti:
8:4:4 Y’CbCr Ognuno dei due componenti di crominanza, Cb e Cr, è campionato alla stessa risoluzione, e il luma al doppio di questa. Questo schema è usato in telecinema per pellicole di alta gamma e correttori di colori.
4:4:4 Y’CbCr Ognuno dei tre componenti è campionato alla stessa risoluzione. Questo schema si usa negli scanner di alta gamma e nella post produzione cinematografica.
4:2:2 I due campioni di crominanza sono campionati alla metà della risoluzione della luminanza, dimezzando la risoluzione cromatica. Questo riduce la banda del segnale video di un terzo senza quasi perdite percettibili.
Molti formati video di alta gamma usano questo schema, come il Digital Betacam, DVCPRO50, DigitalS.
4:2:1 Questo schema è definito tecnicamente, ma pochissimi codec lo usano dato che l’immagine viene degradata e si hanno sovrabbondanze di tonalità calde o fredde.
4:1:1 La risoluzione orizzontale cromatica è ridotta a un quarto.
Lo schema 4:1:1 del codec DV non è considerato di classe ma sono usati comunque in ambienti professionali per l’acquisizione di immagini e nella cinematografia digitale a basso costo.
I formati che usano questo schema includono il DVCPRO (NTSC e PAL) e il DV e DVCAM (NTSC).
4:2:0 Questo schema è utilizzato in tutte le versioni di codec MPEG, DV e DVCAM (PAL) e HDV.
Ricapitolando diciamo che maggiori sono i valori di Y’CbCr e migliore sarà la qualità della nostra immagine, inoltre agendo sul “bitrate”, partendo da 8 bit per immagini di bassissima qualità fino a 216 Mb/s, valore molto elevato, avremo ancora maggiore qualità e pesantezza di file.
I formati audio che possiamo avere sotto mano invece sono l’mp3, il wave, il wav e l’aiff. ac
Nei software di montaggio plug-in, codec e template sono inclusi nel sistema ma molte volte occorrerà scaricare ulteriori pack da internet e dal sito ufficiale per poter leggere tutte le sorgenti video.
Una suite molto utile e gratuita di codec sono i pacchetti Realtek, ffshow e flash player e K_lite codec pack.
Importando il brano dobbiamo assicurarci che la frequenta di bit sia corretta. La frequenza di campionamento dell’audio per il video è a 48000Hz, in stereo o in mono a 8-16-32-48 bit, lo standard è a 16 bit, quelli successivi sono molto più precisi e professionali ma più adatti per la discografia, per l’audio generalmente si parla di 44100Hz, quindi se ci viene dato un brano master a 44100Hz è necessario portare la frequenza dell’audio a 48000Hz per non avere problemi di decodifica nel video esportato.
Il duro lavoro di encoding del filmato viene affidato completamente alla Cpu che se raggiunge la saturazione manifesta problemi di perdita di frame, sincronismo audio video e fluidità del filmato.
È quindi bene tenere d’occhio le capacità del nostro pc durante l’acquisizione:
1- RISOLUZIONE USATA: maggiore è la risoluzione più alto è l’utilizzo della Cpu.
2- BIT RATE VIDEO USATO: come capirete generalmente ad un bit rate più alto corrisponde una maggiore qualità video.
4- DINAMICITA’ DEL FILMATO: Il lavoro della Cpu è influenzato dalla velocità dei cambi scena all’interno di un filmato. In una scena statica, per esempio un primo piano dove l’immagine rimane simile, l’impegno del processore tende a diminuire mentre, di contro, quando il ritmo aumenta sale di molto l’uso della cpu.
5- PARAMETRO QUALITY: In genere ogni programma di acquisizione in tempo reale ha un settaggio relativo alla “qualità” del video mostrato in anteprima. Questo valore incide molto sul processore. Alzando o diminuendo questi valori potremo notare come la velocità del software cambi.
Acquisito il video è bene ricordare quali parametri sono stati usati, nel caso dovessimo acquisire nuovamente altri clip simili.
Quando il nostro computer avrà renderizzato e creato il file del filmato, è tempo di passare al montaggio.
Ecco altre immagini che mostrano, in maniera cronologia, le fasi di acquisizione di un clip video.
Per prima cosa acquisiamo il filmato tramite l’apposita finestra.
Vedrete subito la barra che vi permette di selezionare il punto di partenza e di stop dell’acquisizione e il pulsante rec.
Importato il video nel progetto, selezionando l’in e out della parte che vogliamo importare in timeline, importiamo le varie scene secondo l’ordine dettato dalla storia e dalla sceneggiatura.
Successivamente cancelliamo la traccia audio del filmato e inseriamo il nostro brano. Sincronizziamo le immagini con la musica e passiamo all’effettistica.
Nell’acquisire il filmato nella cartella, chiamata anche Bin, dobbiamo dare alcune impostazioni video.
Generalmente si usa lo standard DV/PAL 48Hz 25 o 29 fps, 4:3 o 16:9.
Ma non preoccupatevi sarà il software stesso a chiedervi lo standard di acquisizione e a informarvi dei valori predefiniti che fornisce la vostra camera.
Ora che abbiamo acquisito e abbiamo tutti i materiali che ci servono è tempo di passare al montaggio. Ma prima una breve parentesi sull’idea che si deve avere sul ruolo del montatore.
[1] B. Long, S. Schenk, 2005, “Video digitale Il manuale”, 2a ed. Milano, Apogeo pp. 165-166
[2] B. Long, S. Schenk, 2005, “Video digitale Il manuale”, 2a ed. Milano, Apogeo pp. 27-29
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