Ciao a tutti! Un nuovo progetto ha inizio! Da oggi per tutti i prossimi venerdì pubblicherò sul blog i capitoli dei libri scritti da me, Riccardo Badolato, in vendita sul sito http://www.lulu.com/shop/search.ep?contributorId=1003966.
Iniziamo con una commedia! Un racconto giovane e fresco che vedo protagonista Marco, ragazzo di campagna abituato alla vita tranquilla della fattoria, scaraventato in una folle avventura da scout dal suo alquanto bizzarro zio! Non perdevi queste esilaranti pagine colme di divertimento ed emozione tratte dal libro, Zio Tom!
ͼ 10 anni ͽ
Quando ho compiuto dieci anni è venuto a trovarci alla fattoria lo zio Tom.
Il papà non mi aveva mai parlato dello “zio d’America”, non so esattamente il perché, o meglio, l’ho scoperto la prima volta che è arrivato. Nel giro di una settimana ha incendiato il fienile, cercato di far entrare un cavallo in macchina, per portalo in città a fare un giro, strizzare una gallina per vedere se faceva le uova a comando e, mi vergogno anche a dirlo, pulire il naso del maiale con l’aspirapolvere. Quel poveretto di Ronnie, il nostro amorevole suino da compagnia, ancora oggi quando sente il rumore dell’aspiratore si va a nascondere sotto il fango e il cavallo ha avuto una lunga riabilitazione prima di riprendere a trottare.
Io mi chiamo Marco e ho compiuto 10 anni da qualche giorno. Mio padre Giuseppe ha un fratello di nome Tom, un attore che lavora in America, per qualche casa Hollywoodiana.
I film che ha fatto mio zio non sono in commercio qui in Italia quindi non saprei dirvi se è un bravo attore, di certo però è in gamba a ficcarsi in situazioni inverosimili proprio come fanno le star.
Tre giorni fa è arrivato a casa nostra facendo una sorpresa a tutti. Io ero contento perché non lo avevo mai visto prima, o ero troppo piccolo per ricordarmene, anche mia madre è sembrata felice di vederlo, forse non lo era ma sa fingere bene.
L’unico di cui sono sicuro non fosse veramente contento del suo arrivo era mio padre.
Avete presente quando entra una determinata persona in casa e improvvisamente l’aria si fa elettrica, pesante?
Sono momenti in cui non sapete cosa dire e a chi rivolgervi per la tensione. Ecco quella era l’atmosfera che si respirava non appena mio padre lo vide entrare in casa.
Si salutarono un po’ freddamente, mio zio voleva essere cordiale ma suo fratello non sorrideva tanto serenamente.
Tom: ciao fratellino!
Giuseppe: ciao Tom, come mai da queste parti?
Tom: dopo tanti anni è questo quello che ti viene in mente?
Giuseppe: beh, non sei stato proprio..
Marina: ma perché non metti giù le valigie e ti metti comodo Tom?
La mamma era brava a impedire che papà dicesse cose a sproposito.
Tom: sei sempre gentilissima cara. Ma dov’è il festeggiato?
Giuseppe: fuori nel capanno.
Tom: è con degli amici?
Marina: non proprio, a scuola ultimamente non va tanto d’accordo con i compagni.
Tom: mi spiace, ha ereditato il tuo caratteraccio, eh Beppe?
Giuseppe non fece altro che brontolare e prendersi una tazza di caffè.
Uscito di casa lo zio venne a trovarmi mentre ero impegnatissimo a cercare di tirar fuori Ronnie dalla casetta delle galline.
Tom: ciao Marco sono lo zio!
Marco: zio?
Mi alzai da terra e vidi un uomo molto giovanile, anche troppo per la sua età.
Tom: ehi come sta il mio nipotino?
Marco: che ci fai qui?
Tom: sei proprio figlio di tuo padre..
Lo zio non fu entusiasta della mia reazione, ma ero impreparato e non pensavo certo che il mio decimo compleanno fosse una cosa tanto così importante da far smuovere un parente dall’altro capo del mondo?
Marco: scusa, ma pensavo lavorassi.
Tom: mi sono preso un periodo di pausa dal set, sai sempre con quei fari sulla faccia, a volte mi sento come un tacchino al forno.
Marco: allora starai qui per un po’?
Tom: una o due settimane se tuo papà non mi manda in un motel prima, ehi ma guarda c’è Ronnie! Perché sta con la testa nella casetta delle galline?
Marco: penso ricordi ancora la tua pulizia nasale.
Tom: come? Te l’hanno raccontata?
Marco: si, non è stata tanto piacevole per lui.
Tom: sicuramente ci siamo divertiti però, e poi pensa come avrà respirato bene dopo! Ah ah ah!
Sinceramente non ho mai capito l’umorismo di mio zio, ma finché non ficcherà a me un aspirapolvere su per il naso, sono felice che sia qua, rallegra l’ambiente.
Qui in campagna la storia è sempre la stessa; mio padre si alza la mattina prestissimo, da il mangime alle galline, al gallo, a Ronnie, striglia i cavalli poi prende il trattore e va in campagna. Io mi alzo sempre con il profumo di latte caldo e biscotti che mi prepara la mamma, poi mi accompagnano a quel campo di concentramento per minori che alcuni scellerati osano chiamare scuola.
Io odio la scuola, ci sono professori con un alito puzzolente e bidelli che fumano come dei turchi, mentre io e quei quattro gatti della mia classe ci sbucciamo le ginocchia in quel cortile di cemento che hanno pensato bene di ricoprire con la ghiaia, per evitare brusche cadute. Avete mai provato a buttare le mani mentre cadete sulla ghiaia!? Cavoli si beccano sempre i sassi più appuntiti e si conficcano nella pelle! Che dolore ragazzi, ormai mi stanno venendo i calli sui palmi e sulle ginocchia.
Nonostante tutto non dovrò più sopportare questa tortura, presto finirò le elementari e andrò alle medie. Quando sarò alle medie andrà meglio.. sicuro.. ne sono quasi certo.. spero per la mia salute mentale.
La scuola ormai è finita e le vacanze estive sono arrivate. Finalmente mi godo un po’ di meritato riposo.
Lo zio questa notte ha dormito in camera con me nel letto degli ospiti, non penso sia completamente umano, russa come un orso punto da uno sciame d’api. Non ho chiuso occhio e sono irritabile.
Fortuna che la mattina non dovevo andare a scuola. Sono nato in un bel giorno in effetti, il mio compleanno viene proprio durante le vacanze estive, e mio zio Tom ha deciso di andare al mare per approfittare della bella giornata, sarei rimasto felicemente a letto per altre 2 o 3 ore ma mi tocca andarci..
Marco: zio sei sicuro di saper guidare?
Tom: certo perché?
Marco: non so, quella vecchietta di prima ci sta facendo cenno con un dito alzato e sembra stia cercando di inseguirci con una carrozzina elettrica.
Tom: cavolo è ancora viva? Volevo dire, certo che è arzilla la nonna, mi sa che prenderò l’autostrada per fare prima.
Marco: ma è domenica!
Tom: e allora?
Mio zio non si rendeva conto che in Italia le autostrade non sono come in America.
Diverse ore dopo..
Tom: che ore sono?
Marco: tra un po’ è ora di pranzo.
Tom: mi sento male, usciamo appena possibile e prendiamo la strada di campagna.
Finalmente dopo 4 ore di macchina per fare 60 chilometri, siamo arrivati al mare.
Tom: ehi marco hai portato il boccaglio?
Marco: no, perché?
Tom: come perché! Andiamo a vedere i pesci, mi ricordo che qui le onde non sono come da noi oltreoceano ma ci sono comunque i pesci vicino agli scogli.
Marco: non posso andare a caccia di granchi?
Tom: ci andremo dopo, ora tuffiamoci!
Sfortunatamente dovemmo tornare dopo mezz’ora perché lo zio fiocinò il piede di una donna pensando si trattasse di un, non so che tipo, di pesce sotto la sabbia.
Tornando dal mare ci siamo fermati a prendere un souvenir, io sono rimasto in macchina perché ero stanco e mi sono appisolato.
Ho riaperto gli occhi, un grosso camion ha agganciato il paraurti e trascinava via l’auto con me dentro, che spavento.
Ho urlato allo zio ma non mi ha sentito in tempo.
Dopo due ore mio zio, che da ora chiamerò solamente Tom, mi è tornato a prendere al magazzino dei carabinieri, dopo aver pagato la multa per divieto di sosta.
Marco: Tom quando hai detto che pensi di tornare in America?
Tom: tra una decina di giorni, perché?
Marco: curiosità. Attento!
Tom: dannazione!
È stata una bella botta e dovremmo spiegare a papà perché c’è il segno di una dentiera sul paraurti anteriore, mi sa proprio che quella vecchietta non sarebbe dovuta uscire oggi.
E Tom dovrà staccare il bastone dal parafanghi prima che papà lo veda.
Per fortuna Tom il giorno dopo andò in città da solo per fare compere e riuscii a rilassarmi un poco giocando a pallone di fianco al granaio. Perché gioco da solo? I miei compagni di classe sono particolari; uno non esce perché la madre non lo vuole portare in campagna in mezzo agli animali, uno è segregato in casa perché pieno di allergie e l’altro, diciamo il più simpatico, quando ride sbava come una lumaca e mia mamma si è stufata di lavarmi i vestiti tutti i giorni, poi la bava è difficile da lavare via.
La cosa divertente nello stare da soli è che posso usare mia sorella come portiere, si ho una sorella, le voglio molto bene, ha 3 anni, si chiama Martina ed è un ottimo portiere, anche se spesso para con la faccia, e i denti da latte sono stati ingoiati più di una volta. Comunque sia, è bello giocare con lei.
Tom è tornato a casa verso sera con un grosso cartone, talmente grosso che l’aveva legato sul tettuccio della macchina. Non so perché, intrigata nel paraurti posteriore, c’era una ruota di bicicletta, meglio non chiedere.
Slegato il pacco si è fiondato nel magazzino e non si è fatto vedere per tutta sera.
Prima di cena un forte rumore metallico, proveniente dal magazzino, ha iniziato a preoccuparci.
Stavamo andando a vedere quando un’esplosione ha scardinato una delle ante del portone e del fumo nero ha cominciato ad uscire.
Giuseppe: Tom!
Mio padre sicuramente aveva paura per la salute di suo fratello, credo.
Tom: ehi, non mi sono fatto niente!
Marina: ma che è successo!?
Tom: ma niente ho provato a costruire un tagliaerba che volevo regalarvi ma non è andato secondo i piani!
Col viso pieno di fuliggine e il fieno nei capelli Tom si avvicinò a suo fratello.
Muuuuuuu!
Giuseppe: quella era la mia mucca?
Tom: mi sa che qualche bullone sia finito qua e là, ma non preoccuparti niente che non si possa risolvere con un paio di pinze. Ah, per caso il gallo ha un piumaggio verde? No, perché se non fosse così sarei molto più sollevato.
300 pulsazioni al minuto, come? Ah si, sono i battiti cardiaci di mio padre. Come faccio a saperlo? Le vene di mio padre si erano gonfiate a tal punto che potevo contare distintamente i momenti in cui il sangue veniva pulsato. Alquanto interessante e preoccupante.
Giuseppe: Tom non ne posso più! Hai investito una vecchietta, un ciclista, ferito una donna al piede e stai rovinando l’estate della mia famiglia! Voglio che te ne torni negli Stati Uniti! Ti accompagnerò io domani all’aeroporto!
Quando fa così significa che è furibondo e nemmeno mia madre può fargli cambiare idea. Ero dispiaciuto per lo zio Tom, si vedeva che non faceva a posta.
Lo zio era visibilmente dispiaciuto, purtroppo per lui papà non cambiò idea e il giorno dopo, salutata mia madre, mia sorella ed io, se né andò.
Non feci domande su quando sarebbe tornato.
Mio padre tornò un po’ più tranquillo ma triste, insomma anche io non mi sentirei bene a cacciare mia sorella oltre oceano. Forse.
Domani si ricomincia la solita routine. Forse però le riparazioni del granaio e gli animali ci terranno occupati.
Chissà come starà mio zio..
Per questa settimana è tutto! Alla prossima con nuove emozionanti pagine del libro Zio Tom!
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